L’intestino tenue, fondamentale per l’assorbimento degli alimenti e lo scarto delle sostanze tossiche.
L’intestino tenue degli esseri umani è lungo, come l’intestino di tutti gli esseri viventi erbivori e frugivori, oltre le 8 volte la lunghezza del corpo (mentre quello degli esseri carnivori è lungo 2-4 volte la lunghezza del corpo e poi vedremo perché). Si tratta di un organo importantissimo in quanto garantisce la digestione degli alimenti. E’ formato a un unico strato di tessuto, chiamato “mucosa intestinale”. Questa è sottilissima, ha uno spessore pari ad 1/40 di millimetro. La mucosa intestinale è formata da un unico strato di cellule, chiamate enterocite, queste cellule sono unite tra loro da dei legami definiti, con non molta fantasia, “legami stretti”.
Al suo interno l’intestino mostra delle microscopiche protuberanze, chiamate “villi intestinali”, questi a loro volta sulla loro superficie sono muniti di “microvilli”.
Il compito dei villi e dei legami stretti presenti tra le cellule enterocite è quello di far passare all’interno dell’organismo i nutrienti degli alimenti che transitano dentro all’intestino, senza però far passare le sostanze di scarto (sostanze tossiche) che vengono invece convogliate lungo il canale digerente fino alla loro espulsione dal corpo.
Pensate che se fosse possibile stendere in una superficie piana tutta la parte ricettiva del nostro intestino, supereremmo i 100 metri quadrati.
Grazie agli enzimi digestivi, nell’intestino tenue i polisaccaridi vengono scissi in zuccheri semplici, i lipidi in grassi semplici, le proteine in piccoli peptidi ed amminoacidi. Nel tratto intestinale abbiamo però la presenza di “ospiti” che si chiamano “batteri”, ve ne sono dalle 400 alle 500 specie ed il loro numero totale è di svariati miliardi, alcuni di essi sono di passaggio mentre altri sono in pianta stabile. I batteri del nostro intestino sono importantissimi in quanto coadiuvano, tra le altre funzioni, anche quella digestiva (tra le altre cose partecipano alla produzione di vitamina K, frenano lo sviluppo di lieviti e funghi, liberano poliammine che sono nutrimento per gli enterociti, ecc ecc).
Insomma, i batteri sono come degli operai che lavorano gratis, l’importante è che non iniziamo a rompergli le scatole! Quando accade che i batteri si rompono le scatole? Quando l’ambiente in cui si trovano non è più idoneo per loro.Quando questo accade, i batteri si trasformano da “amici” a “nemici”, il termine tecnico è “patogeni”.
Quando i batteri diventano per l’appunto patogeni, si innescano una serie di reazioni all’interno dell’intestino che portano, ad esempio, al danneggiamento dei “legami stretti” che tengono unite le cellule enterocite. Questo è molto grave in quanto, allargandosi le “maglie” dei legami stretti, dalla mucosa intestinale non passano più soltanto i nutrienti, ma anche molecole più grandi (che altrimenti sarebbero state espulse dal corpo) che col tempo, entrando all’interno dell’organismo, possono diventare molto pericolose, ma non solo, dalla membrana possono passare anche gli stessi batteri patogeni. Col tempo, è stato dimostrato, che queste sostanze possono creare l’insorgere di numerose ed importanti malattie.
A questo punto la domanda da porsi è una ed una soltanto: “qual’è l’ambiente idoneo per i batteri intestinali?”. La risposta è molto semplice, i batteri intestinali prediligono un ambiente di MACERAZIONE dato dai cibi di origine vegetale, mentre non sopportano un ambiente di PUTREFAZIONE, dato solo ed esclusivamente da cibi di origine animale.
Non è affatto un caso che gli esseri viventi carnivori ed onnivori (come ad esempio i cani, i gatti, i leoni, le tigri, ecc…) abbiano un intestino lungo 2-4 volte il proprio corpo, mentre gli erbivori e frugivori lo abbiano lungo dalle 8 alle 18 volte. Quello dell’uomo è lungo dalle 8 alle 10 volte la lunghezza del corpo, è tortuoso e spugnoso, adatto a cibi che non rischiano di formare putredine ma bensì idonei ad una macerazione. Si tratta di un intestino, quello umano, assolutamente non adatto a cibi di origine animale che arrivano velocemente a putrefazione, mentre invece quello degli animali carnivori ed onnivori è corto e liscio, in modo da far transitare velocemente le sostanze ingerite.
I batteri intestinali sono sensibili agli antibiotici. Occorre fare molta attenzione perché un uso frequente e/o prolungato di antibiotici può portare alla morte della flora batterica intestinale.
Molto bello l articolo , semplice e chiaro !!!