Il sodio è contenuto naturalmente in moltissimi alimenti vegetali, sotto forma anche di cloruro di sodio.
Il sale marino raffinato contiene soltanto cloruro di sodio ed è sbilanciatissimo, se optate per quello integrale, avete la fortuna di ingerire anche altri minerali, ma in piccola traccia, rimane sempre un prodotto da estrazione e quindi troppo concentrato.
Il sale COPRE i sapori dei cibi, a sua volta permette di coprire il sapore cattivo dei cibi in via di deterioramento, non a caso viene utilizzato in abbondanza negli insaccati e nella carne cotta. Se osservate chi fa delle grigliate di carne, generalmente dopo la cottura e non prima, butta un sacco di sale sulla carne. Soprattutto il sale crea DIPENDENZA in molte persone, eliminarlo può mettere l’individuo in crisi di astinenza con formazione di mal di testa, nervosismo, ed insoddisfazione per il cibo che si mangia. Tuttavia questa “crisi” passerà in pochissimi giorni, se solo si ha un po’ di costanza. Si ha solo da guadagnare in salute.
Se si vuole temporaneamente tamponare con qualcosa che dia un sapore simile ma al naturale, si può tritare il sedano, farlo essiccare in forno, quindi tritarlo nuovamente. Questo potrebbe essere una tappa intermedia prima dell’eliminazione del sale.
Assumendo sale da cucina si possono alterare tanti meccanismi fisiologici, ne riporterò alcuni:
Innalzamento dei livelli di pressione arteriosa ed affaticamento del cuore.
Il sale attira l’acqua a tal punto che 1 g di sale può trattenere a sé 35 grammi di acqua, grazie al suo potere osmotico (si tratta di un fenomeno fisico, ad esempio se mettiamo una membrana permeabile tra due liquidi, uno dei quali a maggiore concentrazione di sale, le molecole di acqua migrano dalla zona con minor sale a quella con maggior sale, premendo contro la membrana per passare).
Quindi, se mangiamo sale, e questo non viene totalmente eliminato, ma una parte si deposita nei tessuti, questo provoca una migrazione di acqua dai capillari verso i tessuti = sangue più denso. Questo in automatico porta ad un maggior sforzo del cuore che deve pompare un liquido più denso rispetto al naturale. Se si usa troppo sale (il massimo di sale accettabile è di un cucchiaino da caffè al giorno, ma va considerato che lo assumiamo anche naturalmente dai vegetali), il cuore va incontro a sforzi che nel tempo si riveleranno deleteri. Pensate che il cuore batte circa 100.800 volte al giorno, se il sangue è più denso significa che il cuore 100.800 volte ogni giorno fa più fatica del normale. Questo col tempo può portare all’aumento di pressione arteriosa dovuto anche all’effetto osmotico e quindi a rischio cardiovascolare (infarto-ictus).
Ritenzione idrica
Visto che il sale è in grado di richiamare un quantitativo di acqua 35 volte maggiore, qualora si depositi nei tessuti, inevitabilmente richiamerà acqua, generando squilibrio idro-salino, gonfiori, sofferenza cellulare. Ritenzione idrica = sale nell’alimentazione, scarsa attività fisica, dieta ricca di cibi di origine animale.
Danni renali
La pressione alta del sangue (a causa di eccesso salino), danneggia parti dei reni (glomeruli e tubuli renali) predisponendo l’organo a varie patologie. Inoltre la pressione alta può creare seri problemi di udito, vista, equilibrio.
Dolori muscolo-articolari
Sete
Mangiare salato porta a bere acqua durante i pasti, questo è sbagliatissimo in quanto vengono diluiti i succhi gastrici e la digestione ne subisce un inevitabile rallentamento.
Meglio non mangiare salato e bere acqua 15 minuti prima di mangiare.
Inibizione dell’assorbimento di calcio
E’ risaputo che il sale rallenta l’assunzione di calcio.
Questo spiega l’ormai nota correlazione tra latticini ed osteoporosi. Le scorie acide che si generano come prodotto finale del catabolismo proteico animale e la contemporanea presenza di sale rendono il bilancio dei latticini assolutamente sfavorevole.
Quindi chi non mangia sale assorbe più calcio di chi mangia salato.
Gastriti e cancro allo stomaco
Il cancro allo stomaco è doppiamente più frequente tra chi esagera di sale.
Questi dati sono riportati in uno studio dell’Istituto Nazionale Giapponese di ricerca sul cancro, durato 11 anni e che ha coinvolto 40.000 persone di mezza età.
E’ stato condotto da Shoichiro Tsugane, egli afferma che solo nel 1996 sono morte 776.000 persone di cancro allo stomaco e i cibi più incriminati sono quelli salati, in salamoia ed affumicati.